Drammaturgo e poeta inglese. Frequentò la King's School di Canterbury e
dal 1581 fu borsista a Cambridge, dove conseguì la laurea nel 1587.
Durante gli anni universitari entrò in contatto con sir Walter Raleigh,
divenendo membro del suo circolo, la School of Night, di cui facevano parte
personalità come il matematico e astronomo Thomas Harriot e i poeti
Chapman, Matthew Roydon e sir George Carey. I contatti di
M. con il
cenacolo di Raleigh stimolarono nel drammaturgo una riflessione su temi di
carattere etico-filosofico, che trovarono ampio spazio nelle opere da lui
composte; i titanici personaggi marlowiani, infatti, pervasi da passioni
estreme, risultano una personificazione di alcuni concetti delle dottrine
antropocentriche dell'Umanesimo e delle teorie di Machiavelli, sulle quali
l'autore aveva profondamente meditato. Iniziata la sua attività
letteraria con alcune traduzioni (gli
Amores di Ovidio e il primo libro
della
Farsaglia di Lucano) e con la composizione di opere teatrali
(
Didone, regina di Cartagine, 1584;
Tamerlano, 1587),
M. si
stabilì a Londra dove visse fino alla morte, svolgendo anche alcuni
incarichi per il Governo. Nel 1589 fu accusato di omicidio, insieme al poeta
Thomas Watson, ma venne successivamente scagionato. Accusato di ateismo dallo
stesso Watson, nel 1593 fu costretto a presentarsi davanti al Privy Council.
Morì in circostanze oscure, pugnalato durante una rissa; riguardo alla
sua scomparsa fu avanzata l'ipotesi che si trattasse di un omicidio politico. La
produzione di
M. comprende sette drammi, di cui risulta ancora
controversa la datazione, a causa delle numerose revisioni cui vennero
sottoposte le opere. L'abilità metrica esibita da questo autore nell'uso
del
blank verse lo rese un punto di riferimento per tutti i poeti e i
drammaturghi suoi contemporanei e successori. La prima tragedia di
M.,
Didone, trae spunto dai libri I, II e IV dell'
Eneide di Virgilio.
Quest'opera, di un classicismo ancora accademico, fu seguita da due drammi
intitolati
Tamerlano (1587), nei quali vengono narrate le imprese del
leggendario conquistatore mongolo Timur. Nella prima tragedia, Tamerlano viene
rappresentato animato da un'insopprimibile brama di conquista, eroe
completamente privo di scrupoli morali, che non conosce altra legge se non la
propria; nel secondo dramma
M. descrive il declino che segue
all'affermazione di Tamerlano, la pazzia dell'eroe e la sfida che il
conquistatore lancia contro Dio prima di morire. L'opera successiva fu con ogni
probabilità
La strage di Parigi (1589), basata sulla narrazione
della strage degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo. Nell'
Ebreo di
Malta (1589),
M. creò il personaggio di Barabas, ricco ebreo
privato dei suoi possedimenti da Farnese, che si vendica spinto da un odio
incontrollabile e dalla bramosia per il denaro. Seguirono
Edoardo II
(1591), tragedia storica di grande valore, fondata sugli intrighi politici che
sorgono intorno al re e ai suoi favoriti, e
La tragica storia del dottor
Faust (1588 o 1592), dramma nel quale Faust, personaggio titanico al pari di
Tamerlano, caratterizzato da un'inestinguibile sete di conoscenza e frustrato
dai limiti posti dalla fede e dalla razionalità, sceglie di rinnegare Dio
e la scienza e di dedicarsi completamente alla magia. L'ultima opera di
M., rimasta incompiuta, è il poemetto
Ero e Leandro (1593),
in cui si narra l'amore di Leandro, il quale riesce a non cedere alle seduzioni
di Poseidone e a conquistare dopo molte peripezie la donna che ama.
M.
viene considerato uno dei principali drammaturghi elisabettiani e un precursore
dei poeti romantici inglesi Byron e Shelley. La grandezza di questo autore sta
nell'abilità da lui dimostrata nello sfruttare le possibilità del
verso sciolto, nella sua capacità di creare grandi figure drammatiche
(Tamerlano, Faust), nell'uso della retorica, nella sapienza con cui sono
costruite alcune scene delle sue opere, nella sofisticata strutturazione dei
suoi testi teatrali (Canterbury 1564 - Londra 1593).